La carriera dei docenti dipende dalle risorse






Ministro Gelmini (lettera a Tuttoscuola-20 settembre 2008) «I primi premi di produttività verranno erogati gradualmente già a partire dal 2010-2011, a un numero di docenti inizialmente più limitato ma che entro la fine della legislatura coprirà una percentuale rilevante»

La carriera dei docenti dipende dalle risorse (TuttoscuolA)
Non si fanno nozze con i fichi secchi, anche e soprattutto quando si parla di sviluppi di carriera che virtualmente interessano almeno 700 mila persone.

Quando nel 1999 la carriera sembrava definita dal CCNL - prima che l’ipotesi del concorsone la facesse naufragare - il Governo, grazie al ministro Berlinguer, aveva messo a disposizione una somma cospicua che avrebbe dovuto consentire un premio individuale annuo, permanente, pari a 6 milioni di vecchie lire (più di 3mila euro attuali). Si trattava, è bene ricordarlo, di risorse aggiuntive a quelle contrattuali e destinate soltanto a premiare i docenti “bravi”.

La credibilità della proposta per la carriera dei docenti, già lanciata dal ministro Gelmini in una lettera a Tuttoscuola a inizio mandato e rilanciata nei giorni scorsi, passa ancora una volta dalla consistenza delle risorse finanziarie e dalla loro destinazione.

L’art. 64 della legge 133/2008 prevede che il 30% dei risparmi conseguenti alle riduzioni di organico venga destinato “ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola”. Si parla di incremento, cioè di risorse che dovrebbero aggiungersi a quelle ordinarie, da destinare (come ha detto il ministro, ma questo aspetto non è chiaro) soltanto ai docenti (come aveva previsto anche il CCNL 98-01).

A decorrere dal 2012, dal risparmio previsto di 3.188 milioni dovrebbe derivare una disponibilità annua di circa 1.000 milioni per la valorizzazione professionale dei docenti.

Se però, invece di essere un incremento a parte, rispetto alle ordinarie risorse finanziarie per il contratto, quel 30% si stempererà nelle risorse contrattuali per tutti, lasciando quote poco più che simboliche all’obiettivo della valorizzazione professionale si sarà perduta nuovamente una occasione storica.

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