Rimborsi delle pensioni dal 1°agosto: 800 euro per gli assegni da 1.500
I pensionati riceveranno gli arretrati delle rivalutazioni dell'assegno
previdenziale dal primo agosto. Lo precisa l'Inps, che ha pubblicato, con la circolare n. 125, le istruzioni applicative
relative all'articolo 1 del decreto legge 65/2015, in cui sono stabilite le
modalita' di applicazione della sentenza della Corte costituzionale 70/2015
I pensionati con redditi da pensione pari a 1.500 euro al momento della
sentenza della Consulta - che dichiarava illegittimo il blocco della
perequazione deciso dal "Salva Italia" nel 2011 - avranno un rimborso
una tantum per il periodo gennaio 2012- agosto 2015 pari a 796 euro. La cifra è
stata diffusa dall’Inps in un allegato alla circolare esplicativa del decreto
del governo. La base della pensione sarà pari a 1.525 euro mensili da agosto
2015 e di 1.541 euro da gennaio 2016. La ricostituzione dei trattamenti avviene
"d’ufficio", ovvero non è necessaria la domanda.
Il recupero dei denari congelati è esteso agli eredi dei pensionati
interessati, che devono presentare una domanda apposita: spettano, dice l'Inps,
anche alle pensioni "che al momento della lavorazione risulteranno
eliminate. Il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a
domanda nei limiti della prescrizione".
Nel 2013 sono state erogate 23,3 milioni di pensioni: il 56,3% ha come
beneficiario una donna e il 43,7% un uomo. Le donne rappresentano
piu' della meta' (il 52,9%) dei pensionati (8,7 su 16,4 milioni), ma
percepiscono solo il 44,2% dei 273 miliardi di euro complessivamente erogati.
Lo rileva l'Istat, aggiungendo che oltre la meta' delle donne (50,5%) riceve
meno di mille euro al mese, contro un terzo (31%) degli uomini. Ma il numero di
uomini (178 mila) con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5.000
euro e' cinque volte quello delle donne (35 mila). Nel Nord-ovest, prosegue
l'Istat, risiede oltre un quarto dei pensionati (circa il 28%), mentre la quota
si attesta intorno al 20% nelle altre ripartizioni e scende al 10% nelle Isole.
L'importo medio annuo delle pensioni erogate agli uomini e' di 14.911 euro, un
valore del 62,2% superiore a quello delle pensioni con titolarita' femminile
(9.195 euro). Tuttavia, poiche' le donne percepiscono in media un numero di
trattamenti pro capite superiore agli uomini (1,51 contro 1,32), il divario di
genere si riduce al 41,4% se calcolato sul reddito pensionistico (19.686 euro
per gli uomini contro 13.921 per le donne). I pensionati del Lazio percepiscono
il reddito pensionistico medio annuo piu' elevato (19.549 euro), di quasi il
40% superiore a quello dei pensionati della Basilicata (14.226 euro), che e' il
piu' basso tra le regioni italiane.
La meta' dei pensionati residenti nel Mezzogiorno (50,2% nelle Isole e
49,6% nel Sud) percepisce un reddito pensionistico mensile inferiore ai 1.000
euro. Le quote piu' elevate di percettori con reddito superiore ai 5.000 euro
si rilevano invece al Centro (2,0%) e nel Nord-ovest (1,4%), anche a seguito
della diversa diffusione sul territorio delle varie tipologie pensionistiche.
Il rapporto tra il numero di pensionati residenti e la popolazione occupata -
rapporto di dipendenza - e' a svantaggio delle donne: 91 pensionate ogni 100
lavoratrici, a fronte di 58,2 uomini ogni 100 lavoratori. In Calabria si
registra il valore complessivo piu' alto (97,8), il minimo in Trentino Alto
Adige (56,4). L'incidenza della spesa pensionistica sul Pil e' massima nelle
Isole (21,6%) e nelle regioni del Sud (20,9%), mentre scende al 15,2% in quelle
del Nord-est e al 15,1% in quelle del Nord-ovest.
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