Mattarella riaccende un faro sui giovani: "Tornino centrali". E bacchetta la politica: "Sul web non è ancora matura"

Il Capo dello Stato apre i lavori della maratona digitale 'Quale futuro' promossa dal ministro Spadafora: "Se le nuove generazioni sono fredde rispetto alla politica, il Paese diventa più fragile"
I giovani, si sa, da sempre rappresentano il futuro. Ma nel nostro Paese sono sempre ingiustamente trascurati. Per questo oggi a riaccedere un faro sulle nuove generazioni è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha aperto la maratona digitale "Quale futuro" promossa dal ministro per le Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora, a cui partecipano centinaia di giovani da tutta Italia
Per il capo dello Stato i giovani vanno rimessi al centro del dibattito politico. Perché se rimangono distanti e freddi, il Paese diventa più fragile: "La freddezza e la diffidenza dei giovani rispetto alla politica - ha detto Mattarella- la sempre più rara disponibilità a un confronto circolare, di idee, di proposte, di suggestioni rendono la comunità nazionale più fragile. E più incerta e difficile la individuazione di una strada per progettare il proprio futuro nel mondo globalizzato".

Il capo del Quirinale ha sottolineato anche come la partecipazione politica sul web non si possa ancora definire 'matura': "Le grandi trasformazioni politiche e sociali  ha proseguito - intervenute negli ultimi decenni hanno in qualche modo affievolito i canali tradizionali di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Un divario sempre più evidente che è stato in parte surrogato dalla massiccia presenza dei nuovi mezzi di comunicazione fondati sull'utilizzo del web; che, peraltro, non ha ancora trovato un punto di adeguata maturazione".


Mattarella ha dunque invitato a considerare quella di oggi "una tappa dell'interrogarsi dell'Italia, su se stessa, e sul proprio avvenire: in questo caso, da parte di giovani". "A una società provata, e disorientata, per scrivere una nuova pagina, serve l'animo della sensibilità giovanile sgombro da pregiudizi. Serve la loro curiosità, il loro entusiasmo - ha proseguito - La condizione giovanile è sinonimo di futuro ma questa espressione non basta a individuare i fenomeni complessi che la caratterizzano. Rischia, persino, di essere fuorviante se dovesse distrarre dall'urgenza del presente che siamo chiamati a vivere. Perché mai come oggi è vero che il futuro è qui, è già cominciato. Ne è testimonianza questa stessa assemblea; e non soltanto per le fasce di età qui rappresentate".

Mattarella ha poi richiamato il piano europeo per i giovani a cui anche l'Italia è chiamata a partecipare: "La Commissione Europea, il 27 maggio, ha lanciato la proposta 'Next generation Ue' (le risorse del Recovery fund, ndr) che guarda al futuro delle giovani generazioni. Questa proposta, per la sua ampiezza e per le finalità che si propone, non ha precedenti nella storia dell'Unione. L'Italia è chiamata a partecipare a questo grande progetto, con decisioni volte a rimuovere quel che oggi ostacola la crescita sociale ed economica; e che produce ingiustizie e diseguaglianze".

Per il capo dello Stato è essenziale costruire il futuro dei giovani senza interessi di parte: "È un dovere far sì che il nostro, e soprattutto vostro domani sia migliore  - ha affermato - in termini di occupazione, di qualità della vita e dell'ambiente, di crescita dei diritti e della conoscenza, di pace e di integrazione tra i popoli. La condizione per riuscirvi è che l'impegno sia corale, autentico, aperto. Che abbia davvero lo sguardo rivolto al futuro - ha concluso- e non a effimeri interessi personali o di parte, a rendite di posizione, a stasi o rinunzie frutto di timore. L'auspicio è che vi siano partecipazione, dialogo, ascolto. E che si pensi in grande

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