Mariastella Gelmini:"Dal 2011 solo docenti lombardi"


Leonardo Donofrio (foto), segretario dello Iuniscuola, che fu fra i primi ad avanzare una proposta di questo tipo, non crede molto nella sua realizzazione.
«Il rischio - dice - è che ci si fermi agli annunci».
La nuova scuola
Il ministro dell'Istruzione dà il via libera alla costituzione di graduatorie regionali per gli insegnanti. La proposta, che punta a dare maggiore stabilità al complesso del corpo docenti degli istituti dell’intera regione, era nell’aria da tempo e sarà presto realtà

IL GIORNO - MILANO
Insegnanti lombardi per le scuole lombarde: dal 2011. La proposta, che punta a dare maggiore stabilità al complesso del corpo docenti degli istituti dell’intera regione, era nell’aria da tempo: ne avevano parlato recentemente il presidente Roberto Formigoni e l’assessore leghista Davide Boni. Ieri però a darne l’annuncio è stato lo stesso ministro dell’Istruzione.


Mariastella Gelmini - ieri a Milano per partecipare ai lavori del “Tavolo Lombardia” per le infrastrutture dell’Expo - ha spiegato che «nel 2011 potrebbero essere introdotte nella scuola le graduatorie regionali degli insegnanti». Entro quella data, infatti, il governo è intenzionato a varare un Ddl per la riforma del reclutamento e della valutazione del corpo docente.

Una innovazione che si inquadrerà comunque in un nuovo contesto normativo per gli insegnanti. «Stiamo lavorando - ha precisato il ministro, appena tornata al lavoro dopo la pausa per la maternità - a un elevamento della qualità didattica all’interno della scuola, con un Ddl sul reclutamento degli insegnanti e sulla loro valutazione».


La nuova legge, finalizzata tra l’altro all’avvicinamento della residenza al luogo di lavoro, intende puntare all’introduzione della meritocrazia nella gestione del corpo docente. «Vogliamo mettere a punto - ha detto - un Ddl che permetta il raggiungimento di due obiettivi: da un lato l’avanzamento degli insegnanti legato alla carriera e non all’ anzianità di servizio come purtroppo è oggi. Dall’altro un sistema di valutazione che ci consenta di redistribuire i risparmi in termini meritocratici». E in questo contesto dovrebbe trovare spazio anche l’istituzione delle graduatorie regionali.

L’ipotesi di un maggior legame fra residenza e assegnazione di un incarico didattico è vecchia di alcuni anni e nasce come risposta al continuo via-vai di docenti che, provenienti da altre regioni, trovano posto nelle scuole lombarde, salvo poi chiedere al più presto un trasferimento per rientrare nelle regioni di provenienza. Un fenomeno più o meno presente in tutti i rami dell’Amministrazione statale e che, nella scuola, ha contribuito ad alimentare un continuo carosello di docenti e il riproporsi del fenomeno del precariato.


I primi a parlare di definizione di graduatorie regionali furono alcuni sindacalisti, ma la proposta non ebbe successo. Rilanciata in un primo tempo da Letizia Moratti (in veste di ministro dell’Istruzione) è stata ripresa più recentemente dal presidente Formigoni e dall’assessore regionale Davide Boni, che hanno fatto esplicito riferimento alla costituzione di albi regionali degli insegnanti ai quali attingere per l’assegnazione diretta degli incarichi da parte dei capi di istituto (proposta Formigoni) o per la definizione delle graduatorie, alle quali ha fatto riferimento il ministro. «La proposta di legge presentata dalla Lega - spiega Boni - punta all’attribuzione di un punteggio maggiore ai docenti che risulteranno iscritti agli albi regionali, in quanto residenti in Lombardia».

Tiepide le reazioni da parte sindacale. Il segretario regionale della Cisl Scuola, Silvio Colombini, appare dubbioso: «Non si pensi - dice - che questo possa essere il toccasana per la scuola lombarda». «Anche perché - spiega - rischia di arrivare quando ormai il problema si è risolto per effetto dei tagli all’intero sistema scolastico. I docenti del Sud tornavano nelle loro regioni perché anche lì c’erano posti. Oggi quei posti non ci sono più. Per cui saranno comunque costretti a rimanere in Lombardia». E Leonardo Donofrio, segretario dello Iuniscuola, che fu fra i primi ad avanzare una proposta di questo tipo, non crede molto nella sua realizzazione. «Il rischio - dice - è che ci si fermi agli annunci».
di Giorgio di Guaiti Milano, 20 aprile 2010 -


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